
2. Visita per la realizzazione del piano nutrizionale
a) Valutazione dal punto di vista psicologico e comportamentale del soggetto in relazione al cibo.
Tramite questionario verbale specifico realizzato dal dott. Veronese e il suo staff. Non si può avere successo senza la corretta motivazione. La dieta deve essere un mezzo per migliorare la qualità della nostra vita e non un fine che ci isola e ci crea frustrazione.
b) Valutazione delle abitudini alimentari e ricostruzione dell’alimentazione attuale.
Tramite questionario verbale specifico realizzato dal dott. Veronese e il suo staff che permette al paziente di acquisire una notevole autoconsapevolezza degli errori e dei comportamenti sbagliati.
c) Analisi del piano alimentare che il paziente ha adottato sino ad ora, tramite software per valutare carenze ed eccessi (utilizzato anche dalla Facoltà di Scienze della Nutrizione dell’Università di Milano).
Consente di scomporre la dieta in più di 150 elementi biochimici tra macronutrienti, micronutrienti, oligoelementi. Questo evidenzia in modo scientifico tutte le carenze e gli eccessi del programma alimentare adottato dal paziente sino al momento della visita.
d) Analisi della composizione corporea e definizione degli obiettivi.
Il peso non è un valore sufficiente per farci realmente capire la condizione di un paziente. È possibile che una persona in peso forma abbia comunque una percentuale di grasso troppo alta e sia insoddisfatta della sua forma fisica. Per questo è necessario conoscere la percentuale di grasso, muscoli e ossa del soggetto, in modo tale che a prescindere dal peso si possa arrivare ad ottenere una corretta ricomposizione corporea.
e) Valutazione del fabbisogno calorico giornaliero della persona.
Passaggio fondamentale, in quanto non è possibile formulare un piano alimentare senza sapere di quante calorie al giorno ha bisogno il paziente. Per poter dare benzina a una macchina per 24 ore devo sapere quanto consuma la macchina con un litro e quanti km deve percorrere. Nel parallelo con l’organismo umano, il consumo al litro corrisponde al metabolismo basale, mentre i km da percorrere sono le varie attività che svolgiamo durante la giornata. Tramite software queste attività vengono trasformate in coefficienti a cui, per l’ottenimento del fabbisogno totale, verrà moltiplicato il metabolismo basale. In questo modo sapremo con notevole precisione quanto cibo ha bisogno il nostro organismo per 24 ore e di conseguenza potremmo realizzare una dietoterapia adeguata che non sia né in eccesso e né in difetto. Ciò vi fa capire l’importanza di questo fondamentale passaggio, senza il quale sarebbe impossibile realizzare un programma alimentare adatto a voi. Per questo le diete copiate da riviste o che mancano di questo passaggio risultano inutili.
f) Ricostruzione della giornata tipo del paziente e adattamento del nuovo programma alimentare, sviluppato in base ai criteri prima elaborati.
Questo è il punto cardine del metodo adattativo, si sviluppa con una totale collaborazione tra paziente e professionista. Secondo un metodo strutturato e collaudato, il programma creato dal nutrizionista viene adattato alla vita e alle abitudini del paziente, il quale partecipa attivamente, in questo modo viene ad avere un ruolo attivo, presupposto fondamentale per l’applicazione del metodo. Così facendo il soggetto impara a gestirsi autonomamente e consapevolmente, attitudine fondamentale per far sì che i risultati vengano mantenuti nel lungo periodo. Verrà presa in considerazione non solo l’ordinarietà ma anche gli eventi inaspettati. Il paziente, qualora sia necessario, dovrà essere in grado di sapere scegliere le cose giuste anche al di fuori della quotidianità, vedi pranzi al ristorante, spuntini al bar etc. Uno dei fondamenti del metodo è che la persona, seppure a dieta, non deve in alcun modo rinunciare alla propria vita sociale, affettiva, lavorativa. Solo in questo modo la dieta diventerà uno stile di vita vero e proprio e verrà proseguita nel tempo.