alimentazione tumori dott. Enrico Veronese

Vediamo di analizzare quali sono le conseguenze di una dieta sbagliata e come influiscono sullo sviluppo dei tumori.

Un alimentazione per prevenire i tumori deve evitare grasso corporeo, sovrappeso, obesità

Già analizzando queste tre ovvie conseguenze possiamo immediatamente capire la connessione tra alimentazione e tumore.

Da studi effettuati negli USA, emerge che il 4% di tutte le morti per tumore e il 10% di quelle dei non fumatori è dovuto al sovrappeso e all’obesità.

Il problema in Europa non è così forte come negli USA, ma visto che abbiamo delle evidenze scientifiche nate in Paesi dove il problema dell’obesità è un problema serio, come appunto negli USA, è molto importante conoscere, capire e attuare una forma di prevenzione.

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Il problema è legato alla presenza del grasso corporeo, l’alimentazione per prevenire i tumori deve tenere sotto controllo la percentuale di grasso:

con l’aumentare del grasso corporeo aumenta il rischio!

Ma obesità e grasso corporeo non sono la stessa cosa?

Sicuramente sono strettamente collegate e per molti vengono intese come simili. In realtà l’obesità nasce da un calcolo matematico che mette in relazione l’altezza con il peso corporeo con cui si calcola l’indice di massa corporea (body Max Index BMI).

Il calcolo è molto semplice e lo può fare chiunque, basta dividere l’altezza in kg per l’altezza al quadrato in metri.

Es. per un individuo alto 1,80m che pesa 75 kg:

75/1,80×1,80 = 21,6 BMI

Possiamo considerare nella norma un BMI che va da 18,5 a 24,9; in sovrappeso un BMI da 25 a 30 e obeso chi ha un BMI dal 30 in poi.

Questo significa che se ho un BMI 27 ho per forza una percentuale di grasso alta?

Assolutamente no, infatti se applichiamo questo calcolo ad un atleta di body building, quindi con una massa muscolare elevata, avrà un dato in alcuni casi superiore a 25.

Il limite del BMI è che avverte un eventuale sovrappeso, ma non sa stabilire da cosa questo sia dovuto.

Quindi per capire la nostra percentuale di grasso oggettiva dobbiamo fare esami più specifici come per esempio una plicometria o una B.I.A. (bioimpedenziometria) che ci danno un dato reale della presenza del grasso.

Ricordiamoci che un vero e proprio peso ideale in funzione dell’altezza non esiste, il peso giusto per ognuno è soggettivo e deve tenere presente vari parametri, come densità ossea, percentuale muscolare etc. .

Quindi non fatevi spaventare dalle tabelle riportate sui giornali e nello stesso tempo tenete presente che avere un BMI nella norma non significa essere magri.

Quindi in ogni caso fare un’analisi più approfondita merita.

Dalla documentazione scientifica in letteratura traspare che la relazione non sia con l’obesità in senso stretto, ma proprio col grasso corporeo.

L’alimentazione per la prevenzione dei tumori devi evitare l’accumulo di grasso, soprattutto localizzato nel girovita.

Vediamo di formulare qualche ipotesi che ci spieghi il perché di questa correlazione negativa tra grasso e tumori.

Indubbiamente sappiamo che ci sono degli ormoni, dei fattori di crescita che vengono modificati dalla quantità di grasso corporeo, primo tra tutti IGF-1, se innalzato, stimola la crescita anche delle cellule tumorali.

Inoltre la presenza di grasso influenza ormoni importanti come l’insulina, leptina, sintesi di estrogeni (aumenta l’estradiolo nell’uomo e nella donna post-menopausa).

Non dimentichiamoci poi che nell’obesità abbiamo uno stato di infiammazione cronica (il grasso rilascia citochine che sono pro-infiammazione) e oggi l’infiammazione è molto studiata anche in relazione ad un aumentato rischio di tumore, di malattie cardiovascolari e via dicendo.

Quindi ci sono tutta una serie di evidenze di studi su modelli che mettono in luce come, effettivamente, l’aumento del grasso corporeo e addominale possa indurre meccanismi biologici e fisiologici che portano all’aumento del rischio del tumore.

Il documento Food, nutrition, physical activity and the prevention of cancer, progetto della World Cancer Research Fund International, riporta delle vere e proprie raccomandazioni in merito.

Ci dice che per ciò che concerne BMI (che abbiamo visto prima) nell’ambito della propria individualità si deve mantenere il valore più basso. Mi spiego: se ho un valore BMI a 21 e dopo un mese ho valore 23 pur rientrando nei parametri normali devo comunque intervenire con un’ alimentazione adeguata.

Questo punto merita una particolare attenzione su adolescenti e bambini, che in Italia, in particolare al Sud, hanno una forte tendenza al sovrappeso che si trasforma in obesità in età adulta.

La logica è quella del tempo: seguire il peso corporeo senza farsi venire ansie e angosce, ma senza negare l’evidenza, cosa che fanno troppi genitori che negano o non si curano della situazione del proprio figlio partendo dal presupposto che il bimbo “cicciottello” è un bimbo in salute.

Una volta raggiunta l’età adulta, quindi dopo i 21 anni, secondo le nuove raccomandazioni, bisogna mantenere il peso corporeo nel range della normalità, ed evitare di guadagnare peso e di aumentare la circonferenza addominale.

Negli anni passati si accettava che col passare degli anni aumentasse il peso, con la logica che passando gli anni, le persone hanno un metabolismo basale ridotto, fanno meno attività fisica e tendono ad aumentare il peso.

Le nuove raccomandazioni invece ci dicono “tolleriamo poco l’aumento di peso corporeo”: dev’essere mantenuto il peso che si è raggiunto a 21 anni.

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Quindi l’alimentazione per prevenire i tumori deve essere varia, ricca di antiossidanti e fibra, deve avere tutti i macro e micro nutrienti, e gli oligoelementi necessar; soprattutto deve essere tale da fare si che non aumenti la percentuale di grasso.

Qual’è quindi la cosa più logica da associare alla dieta per la prevenzione dei tumori?

Ovviamente l’attività fisica!

E’ evidente che, anche nelle persone normopeso, maggiore è l’attività fisica, maggiore è la libertà di alimentazione e minore è la probabilità che queste aumentino di grasso.

Dagli studi traspare l’evidenza convincente (il termine “convincente” in epidemiologia indica l’attendibilità alta delle considerazioni; per darvi un idea vi dico che le evidenze che la carne sia cancerogena sono classificate sempre in epidemiologia come “sufficienti”, quindi di grado inferiore) che mette in relazione l’attività fisica con una riduzione del rischio di tumore.

Vedremo in un prossimo articolo l’attività fisica per la prevenzione dei tumori.

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