Come combattere la fame nervosa
Stamattina, la mia paziente Laura mi stava dicendo che sovente intorno a mezzogiorno ha dei fortissimi attacchi di fame, qualunque cosa trova nel frigo lo spazza via con ingordigia e bramosia.
Laura non ha esitato un minuto a definire questo suo comportamento come dettato da fame nervosa: sicuramente una auto diagnosi che potrebbe avere senso, ma si tratta veramente di questo? O magari ci sono delle implicazioni fisiologiche che giustificano (o che concorrono a giustificare) il suo comportamento.
Il fatto che Laura non abbia mangiato dalle sette del mattino fino a mezzogiorno ha causato una situazione fisiologica (che si affianca a quella psicologica) altrettanto importante grave, causando un calo glicemico.

La fame nervosa può avere cause fisiologiche
La discesa repentina dello zucchero nel sangue è stata tradotta dal suo cervello con un impulso a mangiare roba dolce. Quindi la mia domanda è: quanto Laura ha subito la fame nervosa e quanto invece è stata una causa fisiologica?
Cerchiamo di capire cos’è quindi la fame nervosa e cerchiamo i sintomi per poter riconoscere “La fame nervosa” (emotional eating) è un’impulso di causa psicologica che sicuramente viene influenzato dalla cattiva alimentazione ma che ha origini dall’inconscio. L’abbuffata è compensatoria non di una carenza nutrizionale, ma di una problematica che va al di là dell’alimentazione. In pratica il cibo tende a colmare un vuoto le cui cause a volte non sono neanche chiare al paziente e originano dal subconscio. Il cibo è comunque una forma di piacere che in un certo modo allevia la sofferenza e crea una sorta di dipendenza che si traduce in un consumo sregolato di cibo. A volte chi ha problemi di fame nervosa ingurgita il cibo quasi senza masticarlo, e lo fa colto da raptus anche nel cuore della notte.

Chi ha la fame nervosa tende a non masticare
Come potete notare già valutando questi elementi molti di voi si renderanno conto che la propria necessità di sgranocchiare una scatola di biscotti e più probabile che nasca da una semplice necessità fisica dovuta al fatto che magari si è saltata colazione e si è stati sino a pranzo senza mangiare nulla.
Quindi, per prima cosa, per valutare l’origine del nostro problema dobbiamo fare in modo di seguire un programma nutrizionale corretto, con le giuste calorie ben distribuite nella giornata. A questo punto, nel caso in cui gli atteggiamenti incontrollati continuino, diventa importante rivolgersi a un professionista e cercare di capire e analizzare le reali cause. In questo percorso anche l’attività fisica ha una forte valenza migliorativa.
Anche nel caso in cui si tratti di reale fame nervosa quanto consigliato sopra è comunque la base per poter affrontare la terapia con serenità.
Quindi ansia, tristezza, poca autostima, possono essere alla base del disturbo, ma gli stessi sintomi possono essere scatenati da cause patologiche legate al cattivo funzionamento dell’ippotalamo, ipofisi etc, quindi comunque un check-up in questo senso è sempre utile.
Dopo aver appurato le eventuali patologie ed aver programmato il giusto intervento (se necessario), chi ha problemi di fame nervosa deve rivedere il proprio stile di vita e il proprio atteggiamento nel confronto di se stesso e degli altri.
Vediamo qualche accorgimento pratico:
- per prima cosa è fondamentale fare 5/6 pasti al giorno, di modo tale che la glicemia non abbia cadute e si abbia sempre a livello psicologico la sensazione di avere mangiato e quindi di sazietà.

La fame nervosa è un disturbo comune
- C’è, inoltre, la possibilità di introdurre alcuni integratori di fibra solubile, come l’inulina per esempio, che dà senso di sazietà oppure degli integratori probiotici, che come ho già più volte detto nei miei articoli, hanno una funzione migliorativa sul sistema nervoso producendo serotonina. Anche il cromo è un minerale che può operare in sinergia con l’insulina ed evitare i cosiddetti attacchi di “voglia di roba dolce”. L’attività fisica, soprattutto l’anaerobica lattacida, (sala attrezzi) dà in genere ottimi benefici soprattutto sull’umore.
Rimane comunque fondamentale rivolgersi a dei professionisti (nutrizionisti e psicologi), che possano guidarvi nella giusta direzione con i giusti tempi e modalità.
I contenuti degli articoli non devono sostituirsi alle indicazioni del professionista della salute (medico etc.) che ha in cura il lettore, e neanche essere spunto per iniziative personali non monitorate dal medesimo Nel caso l’articolo tratti di principi attivi utilizzati negli integratori le diverse modalità di assunzione che potrebbero essere dedotte dagli articoli sono prettamente a scopo scientifico divulgativo (si tratta di studi scientifici, approfondimenti, esperienze personali di atleti e professionisti del settore) e quindi non vanno presi come riferimento pratico.Gli integratori vanno utilizzati secondo la posologia riportata in etichetta e sotto controllo di uno specialista