dott. Enrico Veronese

Dimagrimento,muscoli e buon umore partono dall’intestino :microbiota, probiotici, prebiotici

C’è una stretta correlazione tra la flora batterica che vive nel nostro intestino (microbiota intestinale)  e il dimagrimento. Non solo:  si è anche  visto che i batteri  che popolano il tratto terminale del colon sono responsabili  della produzione di  serotonina, importante neurotrasmettitore che gioca un ruolo importante nella regolazione del nostro umore (ha anche molte altre funzioni che vedremo in un prossimo articolo). Il microbiota non è altro che l’insieme di micro-organismi che  ospitiamo nel nostro intestino e che vivono in simbiosi con noi. In questo insieme sono compresi  batteri, funghi (lieviti), protozoi, virus.

Per  quel che concerne i batteri  ce ne sono di vario tipo (phylum) e sono così numerosi che l’insieme delle cellule dei microrganismi che coabitano  con noi è superiore al numero delle cellule umane. Questi microrganismi possono avere caratteristiche positive o negative in base alle loro caratteristiche e metabolismi ; è chiaro che il nostro scopo deve essere quello di favorire la proliferazione di colonie funzionali a discapito di altre che sono dannose.  Il microbiota intestinale non va confuso con il microbioma che è conseguente ad esso e riguarda l’insieme di tutti i geni che possiede la flora batterica (microbiota).  A volte questi termini vengono usati in alcuni articoli come sinonimi creando una certa confusione.

Il microbiota e il microbioma sono legati al dimagrimento.

dott. Enrico Veronese
il microbiota è composto da batteri ,lieviti, virus

Alcuni esperimenti su animali hanno dimostrato che la microflora intestinale influisce in modo inequivocabile  sull’assimilazione degli alimenti.  L’esperimento consisteva nel modificare il microbiota intestinale  di topi obesi con colonie batteriche derivanti da topi magri. In pratica ai topolini obesi oltre ad una dieta standard venivano addizionate le feci (che contengono quasi il 60% di batteri) dei topi magri. So che può apparire una cosa particolarmente disgustosa, ma nella realtà dei fatti è un modo diretto per “trasferire “ un patrimonio batterico da un essere ad un altro. In medicina questo viene chiamato trapianto fecale. Trascorso un certo periodo col modificari del microbiota i topi grassi hanno iniziato a perdere peso (pur mangiando le stesse calorie).  Nonostante ci sia sperimentazione di queste metodiche anche sugli esseri  umani, posso tranquillizzarvi dicendo che esistono altre vie per migliorare la flora intestinale oltre quella appena descritta.

Per migliorare il nostro microbiota intestinale in modo semplice e pratico dobbiamo operare su più fronti. Per prima cosa  dobbiamo avere una dieta equilibrata ricca di fibra e non lasciare troppe ore l’organismo a digiuno. Uno studio dimostra che chi fa il turno di notte al lavoro modifica in modo sostanziale il proprio microbiota, mentre se le stesse persone si alimentano ogni 3 ore circa la variazione non avviene. Questo potrebbe essere uno spunto di riflessione per chi opta per diete del digiuno o semi-digiuno. Diete con troppe proteine e poca fibra sviluppano per esempio un batterio negativo  (la bilophila wadsworthia), che produce tossine dannose all’organismo . Questo micro organismo viene usato  come marker proprio per verificare se stiamo facendo una dieta corretta ,la sua presenza deve metterci in allarme.

dott Enrico Veronese
i prebiotici consentono un corretto sviluppo del miscrobiota

Nel miglioramento del microbiota intestinale giocano un ruolo fondamentale i probiotici, che non sono altro che delle colonie batteriche isolate che si possono trovare in commercio in diversi formati (polvere, capsule, compresse), a volte addizionati al cibo (al cioccolato per esempio), che possono andare ad integrare la nostra alimentazione  e i prebiotici, cioè un insieme di sostanze di cui i probiotici si nutrono e che fanno sviluppare le colonie con caratteristiche positive.

Come prendere i probiotici ?

A digiuno o a stomaco pieno? Considerando che il fine è quello di fare arrivare all’intestino il microrganismo vivo, mangiare qualcosa poco prima potrebbe garantire una temporanea e breve attenuazione dell’acidità gastrica (rispetto al digiuno).  Personalmente ho realizzato un pool di sostanze che consiglio ai miei pazienti assunte prima con un bicchiere d’acqua proprio per  favorire ulteriormente un ambiente gastrico più favorevole ai batteri.
La scelta e l’abbinamento dei probiotici sono una cosa molto complessa  ed infatti con i miei pazienti seguo dei protocolli che includono diversi  ceppi batterici e diversi tempi e modalità di assunzione (anche durante la notte per alcuni atleti) a seconda dei singoli casi specifici. Questo pool comprende inulina, FOS e pectine (fibre insolubili e solubili) che permettono tra gli altri aspetti funzionali  la produzione, tramite fermentazione,  di SCFA (acidi grassi a catena corta) tra cui acido acetico, propionico e butirrico che hanno funzione ipocolesterolemizzante (cioè abbassano il colesterolo bloccando l’enzima HMG.CoA), favoriscono l’eubiosi (ovvero il  corretto equilibrio della flora intestinale), regolano i corpi chetonici, (fondamentali quindi in diete chetogeniche), fanno da substrato energetico per il fegato, favoriscono una corretta apoptosi, evitano un eccessivo utilizzo di glutammina da parte dei microrganismi a favore di altri metabolismi.
Vi ricordo che l’acido butirrico di cui si sente parlare di recente in TV è un marker per  la salute del colon e ha proprietà chemoprotettive. Gli antibiotici distruggono la nostra flora batterica, per questo vanno usati con discrezione e solo se veramente necessari. Inoltre il microbiota intestinale subisce alterazioni quando si cambia ambiente, per esempio quando si va in vacanza, e si viene a contatto di alimenti nuovi  o che possono avere alterazioni batteriologiche o virus. Per questo conviene fare un’azione preventiva  e nel caso di disbiosi  (alterazione dell’equilibrio) intervenire con ceppi specifici di batteri e lieviti.

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