Dieta: la spesa, la logistica, come conservare i cibi
Molti non sanno che il fallimento di una dieta il più delle volte, soprattutto nelle prime fasi, non dipende dal tipo di dieta ma semplicemente da un fatto logistico-organizzativo ( spesa etc. )
Partiamo da un concetto elementare, non si può fare un programma alimentare se non si hanno a disposizione gli alimenti. Lo so, messa così sembra un’ovvietà, ma se fate un esame più approfondito vi renderete conto che il problema è più complesso di quello che appare.
Proprio per questo motivo, una dieta non si deve mai iniziare da un giorno all’altro, ma ci vuole tempo, almeno una settimana, per rodare una serie di meccanismi che devono portare a degli automatismi nella spesa.
Gli automatismi permettono di costruire un’abitudine e l’abitudine ci porta al risultato.

Automatismo-abitudine-stile di vita-successo
L’automatismo richiede che le scelte siano lineari e semplici e che le abitudini che tentiamo di costruire si possano anche mantenere nelle giornate in cui tutto va storto e siamo di cattivo umore.
Fare una dieta non è una prestazione di velocità ma di durata, questa gara la vince chi trova la stabilità, in modo progressivo con una serie di programmi adattativi che portino a costruire uno stile di vita. Questo metodo mette in cantina il concetto obsoleto di dieta e dieta di mantenimento (che in genere è un fallimento) e ci porta a una visione meno meccanica e più personalizzata della dieta che tiene anche presente la parte psicologica e motivazionale.
Ma torniamo a cose pratiche, come la spesa. Per iniziare abbiamo bisogno che gli alimenti nel programma siano a disposizione nel giusto quantitativo e formato, conservati nel modo giusto e, se necessario, cotti in modo tale da preservare il più possibile le loro caratteristiche.
Innanzitutto ci vuole un luogo dove fare la spesa, deve essere comodo e avere possibilmente molta scelta e varietà. Personalmente ritengo che una o due spese settimanali “ufficiali” al supermarket siano ottimali, dopo di che se in zona riuscite ad individuare anche un piccolo negozio di alimentari per eventuali compensazioni dovuti ad errori di valutazione sarebbe perfetto.

Poi, dopo aver individuato il posto (o i posti ) dove approvvigionarsi è buona pratica suddividere gli alimenti in categorie :
- pasta
- pane
- patate, ecc. (carboidrati complessi)
- frutta (carboidrati semplici)
- carni
- pesce
- uova (fonti proteiche)
- latticini vari come yogurt
- formaggi
- latte (fonti proteiche)
- insaccati ( bresaola, prosciutto crudo e cotto fonti proteiche in genere sconsigliati per l’eccesivo apporto di sale e in alcuni casi polifosfati, nitriti e nitrati)
- verdura (fibra e vitamine).
Una volta fatta la suddivisione e verificato che il posto scelto abbia tutte le categorie che ci interessano, dobbiamo fare un calcolo approssimativo dei quantitativi, per poter fare una scorta degli alimenti che ci consenta di arrivare alla spesa successiva.
Per poter fare il calcolo ci conviene prima fare un sopralluogo, (sempre con il nostro taccuino per gli appunti) dove valuteremo le marche dei prodotti, (vi invito a leggere il mio articolo su come capire i valori nutrizionali dell’etichetta) e di conseguenza scoprire i formati e le scadenze che sono fondamentali per poter fare delle scorte.
Inoltre il primo sopralluogo ci consente di capire la disposizione dei cibi nell’ambito dei locali (in genere molto ampi) e di stilare una piccola mappa per evitare di girare inutilmente a vuoto e perdere tempo.
Seconda fase, come organizzarci una volta che la spesa è a casa, come conservare gli alimenti.
Anche in questo caso dobbiamo essere previdenti e ancora prima di andare al supermercato avere scelto, nella nostra cucina, una locazione adeguata ad ogni singola categoria alimentare.
Carboidrati complessi (pasta, pane ecc.) in reparti asciutti chiusi e a temperatura ambiente, frutta in ambiente aperto, possibilmente non ammucchiata e lontana da fonti di calore. Mentre le fonti proteiche varie (latte, carne, pesce, uova) e le verdure vanno mantenute in frigo.
Per non commettere errori con le scadenze conviene mettere sempre davanti i cibi che scadono prima, magari ulteriormente evidenziati segnandoli con un pennarello o numerandoli.
Sia per i carboidrati complessi che per carni, pesce e verdure si può valutare il congelamento. Dobbiamo però tenere presente che i nostri freezer abbattono la temperatura in modo troppo lento. Quindi è possibile che dopo lo scongelamento l’alimento non preservi più le caratteristiche originali in quanto, la formazione di cristalli eccessivamente grossi provocano alterazioni biochimiche alle cellule. Sarebbe ottimale utilizzare un abbattitore di temperatura, che consente il congelamento in breve tempo preservando le caratteristiche del prodotto originale. Unico inconveniente è il costo, purtroppo spesso proibitivo. Con l’abbattitore la temperatura viene abbattuta in meno di un’ora, il prodotto poi viene conservato normalmente in congelatore.

Per scongelare, l’ideale è a temperatura ambiente, ma si può anche fare con una fonte di aria calda (non troppo) con acqua tiepida corrente, (ovviamente il prodotto deve essere in un contenitore impermeabile) tramite microonde (seguendo dettagliatamente le istruzioni per scongelare, evitando di accelerare l’operazione). Meno adatto è uno scongelamento rapido che preserva meno le caratteristiche del prodotto.
Una cattiva conservazione dei cibi può causare alterazione del sapore o, peggio, contaminazioni batteriche nocive quindi è molto importanti essere attenti in questa fase.
In un prossimo articolo valuteremo i tipi e i vari aspetti della cottura.